Le storie dei popoli (i loro destini) si possono meglio comprendere - scrive Ortega y Gasset - considerando le qualità dell’uomo medio piuttosto che l’eccezionalità degli uomini illustri.
E infatti - precisa il nostro Autore - il ruolo di questi ultimi, all’interno di ogni comunità, è solo indiretto e strumentale; la vera forza dominante della storia è il quotidiano (ecco perché - egli dice - è molto importante che questo valore medio sia di qualità elevata).
Leggendo le riflessioni di Ortega y Gasset mi è venuto spontaneo fare un raffronto fra le dinamiche collettive e quelle personali.
Forse anche le nostre biografie, così come le storie dei popoli, nel profondo sono determinate più dalla quotidianità che dall’eccezionalità.
Forse sono proprio i dettagli meno appariscenti a segnare maggiormente (nel loro insieme) la direzione del nostro cammino esistenziale.
Forse è proprio vero che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non sono le nostre azioni più eclatanti a segnare il nostro destino.
Trovo ragionevole - utile quanto meno - pensare che la funzione di queste ultime sia solo quella di richiamare a sé (verso l’alto o verso il basso) il nostro ulteriore agire (senza che ciò conferisca loro un potere primario o definitivo sulle nostre vite).
Proprio per questo - rifacendomi in qualche modo all’analisi di Ortega y Gasset - trovo altrettanto ragionevole pensare che, anche per quanto riguarda le nostre storie personali, la vera forza dominante sia in realtà l’immenso oceano del quotidiano, che con la sua sconfinata vastità “annega” - per citare ancora il nostro Autore - “tutto l’insolito e il superiore”.
Se le cose stanno così - mi sono detto - occuparsi dei dettagli, invece che tralasciarli come cosa di poco conto, allora diventa determinante, perché di fatto saranno proprio questi ultimi a incidere più di ogni altra cosa sulla vita che vivremo (e che viviamo).
Occuparci dei dettegli significa occuparci del nostro sfondo esperienziale.
La cosa è estremamente rilevante, poiché dalla qualità dello sfondo dipende la qualità delle figure che da esso emergono.
In aggiunta a quanto detto non posso non constatare che i dettagli sono ovunque.
Questo vuol dire che in ogni luogo e in ogni momento abbiamo l’opportunità di prenderci cura di questo sfondo così prezioso; in ogni luogo e in ogni momento possiamo aggiungere valore al nostro quotidiano (qualunque siano le circostanze), dettaglio dopo dettaglio.
A seguire propongo alcuni esempi su cui ciascuno può orientare la propria attenzione e, volendo, la propria cura.
Quali sono le parole che uso per me stesso e per gli altri?
Quali sono i gesti che mi caratterizzano?
Quali sono le presenze che ricerco e quelle che rifiuto?
Quali sono le abitudini che ho fatto mie?
A ognuno la propria risposta.
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