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L’effetto Dunning-Kruger: chi più sa, meno ritiene di sapere; chi meno sa, più ritiene di essere...



L'oracolo di Delfi ammoniva: “Conosci te stesso”.

Questa massima sapienziale rappresenta la condizione di base che ci consente di sviluppare le nostre conoscenze: infatti, solo sapendo di non sapere, come affermava Socrate, possiamo attivarci al fine di conoscere ciò che al momento ignoriamo.

Perché questo sia possibile, dobbiamo possedere delle abilità metacognitive, cioè dobbiamo essere capaci di riflettere sulle nostre cognizioni e di valutare correttamente le nostre conoscenze.

Quando tali abilità sono deficitarie si incorre in quello che viene chiamato “Effetto Dunning-Kruger”.

Il nome di questa distorsione cognitiva (di ciò si tratta) deriva dal nome dei due psicologi che l’hanno studiata.

Per farlo, i due ricercatori sottoposero i propri studenti ad una serie di test con lo scopo dichiarato di valutarne le abilità in tre ambiti distinti (umorismo, logica e grammatica). Agli studenti fu anche richiesto di fare un’autovalutazione sulle proprie abilità e sulla propria performance nei test.

Questi i dati raccolti: gli studenti meno preparati valutarono la propria prestazione in maniera eccessivamente ottimistica, sovrastimando i propri risultati rispetto a quelli effettivamente ottenuti; una maggiore aderenza al dato reale si riscontrava invece fra gli studenti più preparati, sebbene, anche in questo caso, si registrarono valutazioni imprecise, questa volta tendenti alla sottostima dei risultati conseguiti.

Se pensi che in fondo questo tipo di distorsione cognitiva non produca particolari conseguenze a livello individuale o sociale, dovresti conoscere la storia di McArthur Wheeler, perché il lavoro di ricerca di Dunning e Kruger è stato ispirato proprio da questa storia.

La storia di McArthur Wheeler potrebbe essere definita come “La storia di uno che si credeva un genio (senza esserlo)”.

La storia si svolge a Pittsburgh, nel 1995.

In quell’anno, nella stessa giornata, McArthur Wheeler svaligiò ben due banche, e, in entrambi i casi, lo fece a volto scoperto.

Non appena venne raggiunto dalla polizia, che lo identificò immediatamente grazie ai filmati della video-sorveglianza, si mostrò stupito: non riusciva a capire come avessero potuto identificarlo.

Agli agenti che lo arrestavano chiese sorpreso come avessero fatto a capire che fosse lui, dal momento che aveva cosparso il suo viso di succo di limone.

Ebbene sì: McArthur Wheeler era convinto che il succo di limone cosparso sul suo viso potesse renderlo invisibile, proprio come invisibili sono le parole scritte su un foglio di carta se si usa come inchiostro del succo di limone (il messaggio può essere letto solo ponendo una fonte di calore vicino al foglio).

La distanza fra la realtà e le false credenze ad essa relative si rivelò a McArthur Wheeler in tutta la sua evidenza.

Per quanto questo sia un caso estremo, in forme più lievi, l’Effetto Dunning-Kruger è estremamente diffuso. Hai presente quanti intenditori di vino, abili automobilisti o fini costituzionalisti ci sono in circolazione?

Tutti noi, chi più chi meno, a seconda delle circostanze e dei contesti, siamo in qualche modo toccati dall’effetto Dunning-Kruger.

Che fare allora?

Nonostante siano passati tanti secoli, il monito dell’oracolo di Delfi e l’esempio di Socrate sono più attuali che mai: “Conosci te stesso!”, affermava l’uno; “Una cosa sola so: di non sapere”, sosteneva l’altro.

È questo l’antidoto all’effetto Dunning-Kruger, ma si tratta di un antidoto particolare che non rende immuni una volta per tutte: va “assunto” costantemente, per tutta la durata della vita.


Pubblicato il 08/06/2020 - Photo by Francesco Cantinelli on Unsplash

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