Generalmente si è portati a considerare la vergogna come un sentimento che riguarda esclusivamente chi lo prova (quasi fosse una caratteristica del suo modo di essere).
In questo modo di leggere l’esperienza è implicita l’idea che se provi vergogna la cosa riguarda te e sei tu che (se vuoi) devi risolvere la faccenda.
In Psicoterapia della Gestalt l’esperienza in generale (e dunque anche l’esperienza della vergogna) è letta in maniera differente.
La vergogna, nello specifico, non viene considerata come qualcosa che riguarda esclusivamente la persona che prova quel sentimento.
Al contrario: essa è considerata come propria del campo relazionale di cui la persona che sente vergogna fa parte in un dato momento.
Questo modo differente di considerare le cose implica anche un modo differente di approcciare la questione.
A questo proposito riporto una frase di Miriam Taylor (una rinomata terapeuta della Gestalt).
La vergogna - lei dice - emerge all’interno della relazione con gli altri, ecco perché può essere sanata solo all’interno dell’esperienza relazionale.
Non è qualcosa che riguarda me: è qualcosa che riguarda me con gli altri e gli altri con me.
Questo sentimento ha a che fare con l’esperienza di sentire (o non sentire) che nel mondo c’è un posto per me, un posto dove mi sento accolto, dove mi sento al sicuro, dove mi sento pienamente riconosciuto.
Questo tipo di esperienze sono particolarmente significative e influenzano il nostro modo di stare in relazione.
Non a caso Carmen Vázquez Bandín (un’altra rinomata terapeuta della Gestalt) afferma che in ogni incontro relazionale, in ogni qui e ora che viviamo insieme agli altri, ricapitoliamo l’intera nostra storia relazionale.
Ogni momento nella relazione può essere allora un’occasione, perché - come dice Taylor - la vergogna emerge nella relazione e nella relazione può essere sanata.
Come puoi immaginare, alcune relazioni (come quella terapeutica, ad esempio) facilitano questo tipo di dinamiche.
Se ti fa piacere, qui sul blog trovi altri articoli dedicati al tema delle relazioni interpersonali.
Buona lettura!
Pubblicato il 17/02/2022 - Photo by Tim Foster on Unsplash
Kommentare