L’uomo è davvero consapevole delle scelte che fa?
Fin dove si estende il suo libero arbitrio?
E’ possibile che anche in questo momento, mentre stai leggendo queste parole, ci sia qualcosa che, a tua insaputa, sta esercitando un’influenza sui tuoi pensieri, sulle tue emozioni e sulle tue scelte?
Di questo tratta il bellissimo libro di John Bargh, A tua insaputa La mente inconscia che guida le nostre azioni, edito da Bollati Boringhieri.
L’autore è uno dei più grandi studiosi della mente inconscia, alla quale ha dedicato oltre trent’anni di ricerche.
Il filo conduttore su cui è intrecciata l’intera narrazione e tutti gli esperimenti scientifici riportati nel testo è il seguente: la mente umana coesiste nel passato, nel presente e nel futuro, ed è proprio l’intreccio di queste tre dimensioni a dare origine alla tua esperienza cosciente.
Il punto è che non tutto di queste dimensioni ti è palese, ciascuna delle tre nasconde una sua parte occulta che, sebbene non sia immediatamente visibile ai tuoi occhi, nondimeno, esercita su di te una profonda influenza.
Alcune di queste parti temporali nascoste sono retaggi della nostra storia evolutiva, altre hanno a che fare con le esperienze che hai appena vissuto, altre ancora con i tuoi più immediati bisogni fisiologici, altre, infine, con gli obiettivi che hai deciso di perseguire.
Sebbene siano passati migliaia di anni, una parte della tua mente, concretamente, continua ad agire come se tu vivessi al tempo di Ötzi (la mummia del Similaun ritrovata nel 1991 sulle Alpi Venoste).
Questo vuol dire che dentro di te ci sono tre potenti bisogni inconsci (sopravvivenza, accoppiamento e cooperazione sociale) che stanno esercitando una grande influenza sulle esperienze che vivi, più di quanto, forse, tu possa pensare.
A titolo di esempio Bargh riporta un esperimento riguardante gli effetti dell’attrazione fisica nella selezione del personale.
Per farlo gli sperimentatori inviarono 11000 curricula in risposta a 1500 domande di lavoro.
La sproporzione fra i curricula inviati e il numero di domande è dovuta al fatto che molti curricula erano perfettamente identici, ad eccezione del fatto che alcuni erano attribuiti a uomini e alcuni a donne, che alcuni erano accompagnati da foto e alcuni no.
I curricula selezionati dai datori di lavoro erano esattamente identici ad altri rifiutati, ad eccezione di una sola caratteristica: la fotografia inserita, che poteva ritrarre una persona avvenente o una, diciamo, non proprio al top.
A parità di curricula, i datori di lavoro tendenzialmente avevano preferito, in maniera inconsapevole, un candidato di sesso opposto e avvenente.
Questo fenomeno è chiamato fenomeno beauty premium.
Le ricerche dimostrano che coloro che si reputano immuni ai meccanismi di suggestionabilità, ironicamente, risultano essere più vulnerabili a quegli stessi meccanismi, poiché, negandoli, non si premurano di mettere in essere alcuna forma di difesa o controllo che possa, in qualche modo, arginare quelle stesse influenze.
Un effetto che devi tener presente è l’effetto carry-over: è quell’effetto per cui, se qualcuno ti tiene la porta mentre stai uscendo da un negozio, quando sarai in macchina tenderai ad avere una guida più gentile, indipendentemente dagli autisti indisciplinati che puoi incontrare sul tuo cammino.
Le due cose non hanno alcun legame razionale, ma è quello che accade, perché, quando passi da una situazione ad un’altra, la tua mente ci mette un po’ di tempo per staccarsi da quello che è appena successo (bello o brutto che sia).
Questo fa sì che ciò che è attivo nella tua mente in un dato momento sia più rilevante di ciò che sta realmente accadendo in quel preciso momento fuori di te.
L’effetto priming, l’effetto per il quale uno stimolo precedente è in grado di influenzare i tuoi successivi comportamenti è un effetto molto potente.
Che tu ci creda o no, è possibile addirittura modificare le prestazioni cognitive di qualcuno semplicemente attivando, immediatamente prima della prova da svolgere, degli stereotipi collegati alla sua identità sociale.
E’ quello che è stato fatto in un esperimento chiedendo ai partecipanti di indicare le proprie origini etniche prima di iniziare a svolgere il compito.
Facendo riferimento allo stesso effetto, in un altro esperimento, si è potuta verificare la capacità di influenzare il comportamento dei partecipanti in virtù della semplice esposizione ad una lista di parole, la quale poteva contenere vocaboli attinenti alla gentilezza e alla pazienza, o alla maleducazione e all’impazienza.
Questo fatto dovrebbe farci riflettere tutti quanti sull’impatto che hanno, nella nostra vita, le parole che scegliamo per parlare a noi stessi e agli altri.
Anche le persone con cui sei in contatto hanno una grande influenza sul tuo comportamento.
Avrai intuito che pure in questo caso l’influenza è di due tipi: ce n’è una più visibile e una più nascosta (ma altrettanto reale).
Se stai pensando che questa tendenza inconscia a imitare le azioni altrui non ti appartenga per niente, o che questa non riguardi i comportamenti percepiti per via indiretta attraverso i social, allora devi sapere questo: alcuni ricercatori hanno dimostrato che più sono positivi i post che un utente legge, più diventano positivi quelli che lui stesso scrive successivamente.
Stessa cosa vale per quelli negativi: più post negativi uno legge, più diventano negativi i suoi, e l’effetto dura per tre giorni.
E’ stato verificato che questa sorta di contagio comportamentalesi estende ad una catena di almeno tre persone, il che vuol dire che qualcuno, che neanche conosci, può influenzare il modo in cui ti senti o pensi, semplicemente perché conosce qualcuno che conosce una persona che tu conosci.
Lo stesso vale per te, chiaramente.
I modi in cui agiscono le influenze inconsce sono tanti.
In un esperimento, ad esempio, è stato dimostrato che se tu fossi chiamato ad esprimere un giudizio su una persona di cui hai appena letto una descrizione su un foglio, il tuo giudizio cambierebbe se poco prima ti fosse dato da reggere in mano un bicchiere contenete una bibita fresca o una bevanda calda.
Nel primo caso tenderesti a descrivere quella persona come “socialmente fredda”; nel secondo caso, invece, tenderesti a definirla come “socialmente calorosa”.
Lo stesso Dante nella Divina Commedia colloca Lucifero nel ghiaccio, fra i traditori dei benefattori.
Il sommo poeta non poteva certo sapere quello che le moderne neuroscienze avrebbero scoperto settecento più tardi, e cioè che quando vivi un’esperienza di freddezza sociale, come è quella che sperimenta una persona quando viene tradita, si attivano le stesse strutture neuronali che si attivano quando fisicamente percepisci qualcosa di freddo.
Lo stesso accade quando vivi un’esperienza di fiducia e di calore sociale: anche in questo caso, le strutture neuronali che si attivano sono le stesse che si attivano quando fisicamente percepisci qualcosa di caldo.
Dante non lo sapeva, ma in qualche modo lo intuiva.
Questa associazione fra calore fisico e calore sociale, come evidenziano gli studi di Harlow e di Bargh, è tanto più marcata quanto più sicuro è stato l’attaccamento nei confronti dei nostri genitori durante la nostra infanzia.
Così come il passato esercita la sua influenza, così fa il futuro.
In questo bellissimo testo, Bargh evidenzia come i nostri obiettivi modifichino le nostre sensazioni, così come le emozioni che proviamo nei confronti delle altre persone, ragion per cui: fai attenzione a quali obiettivi ti sei posto!
Alla luce di quanto fin qui esposto, forse, ti starai domandando se puoi fidarti del tuo pensiero inconscio, delle tue sensazioni, del tuo “andare di pancia”.
Sulla base dei dati presenti in letteratura, Bargh propone otto regole per aiutarti a capire quando è bene farlo e quando invece è preferibile fare più affidamento al pensiero conscio, ma non voglio rovinarti la sorpresa, perciò lascio che sia tu a scoprirle. Buona lettura.
Pubblicato il 12/07/2019 - Photo by Daniel Öberg on Unsplash
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