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Siamo sulla stessa “barca” … la nostra



SUP (Stand up paddle): è una tavola (simile a quella da surf) su cui si sta in piedi e ci si muove usando una pagaia.

Si tratta di uno sport acquatico che già negli scorsi anni aveva avuto una certa diffusione ma che quest’estate è diventato un vero e proprio fenomeno di tendenza.

Oltre ad essere un’attività piacevole e facilmente praticabile il SUP permette di scoprire e/o riscoprire incantevoli luoghi del nostro territorio.

Oltre a tutto ciò, e proprio di questo voglio parlarti, il SUP può essere, se praticato in due (esistono tavole sufficientemente grandi per poterlo fare), un’utile esperienza per le coppie.

Quelle che già “vanno alla grande”, per così dire, in questa esperienza possono scoprire un nuovo contesto in cui sperimentare il piacere di stare insieme; quelle che invece necessitano di smussare un po’ gli angoli e oliare gli ingranaggi possono trovare in questa attività praticata insieme un’occasione per poterlo fare.

Quando si è in due sulla tavola è necessario andare a tempo, sincronizzarsi, trovare un equilibrio comune (soprattutto se si vuole stare in piedi tutti e due).

Per fare tutto questo è necessario parlarsi e comunicare bene.

Ad esempio: quando si cambia lato con la pagaia, chi sta davanti non vede quello che fa l’altro dietro, perciò se quest’ultimo ha bisogno di cambiare lato deve comunicarlo per tempo al partner.

L’esperienza può variare in molti aspetti: si può decidere di fare dei turni e stare alternativamente un po’ davanti e un po’ dietro, in piedi o seduti.

Insieme si decide quando fermarsi, quando fare un tuffo, dove andare.

L’esperienza comunicativa (e relazionale) di cui ti parlo non è fatta solo di parole, ma anche di sensazioni fisiche, di percezioni di equilibri dinamici e di emozioni.

Ci sono molti modi in cui il tempo del singolo può incontrarsi con il tempo dell’altro dando forma insieme al tempo della coppia: anche un’uscita in SUP può essere un’occasione in tal senso.

Imparare a stare insieme sulla tavola può essere una piacevole e per certi versi avvincente occasione per percepire (o imparare a percepire) due bellezze insieme: da una parte, quella della propria autonomia; dall’altra, quella del sentirsi parte di una coppia.

Radici imprescindibili di quanto fin qui esposto sono quelle che in Psicoterapia della Gestalt sono chiamate le “intenzionalità di contatto” dei componenti della coppia.

In tal senso mi piace riprendere il famoso detto “Siamo sulla stessa barca”, intendendolo però non come la constatazione di una situazione già data che obbliga ad un’azione “necessaria”, ma, al contrario, come la felice affermazione della propria libera scelta: “Siamo sulla stessa barca … la nostra”.


Pubblicato il 28/07/2020 - Photo by Paddle North on Unsplash

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