Comunichiamo sempre, anche quando, forse, pensiamo di non farlo.
Ti sarà capitato, ad esempio, di salire su un’ascensore con qualche altra persona e dopo un “buongiorno” o un “buonasera”, dettati dalla buona educazione, di essere rimasto in silenzio, magari osservando un qualche punto imprecisato che tenesse il tuo sguardo ben lontano da quello degli altri.
E’ successo? Immagino di sì.
Anche in quel caso hai comunicato qualcosa: poteva essere imbarazzo, disinteresse o semplicemente il fatto che rispettavi quelle norme non scritte che regolano la gestione degli spazi personali all’interno delle interazioni con il prossimo.
In questo articolo voglio parlarti proprio di prossemica, cioè della gestione dello spazio all’interno dei processi comunicativi. Quando comunichi qualcosa è fondamentale che presti molta attenzione anche a questo aspetto, perché, a parità di quello che dici, una buona o una cattiva gestione dello spazio può determinare la differenza fra il successo e il fallimento della tua comunicazione.
Nel parlarti di prossemica farò riferimento ad un testo di Kevin Hogan, La Psicologia della Persuasione.
Iniziamo col dire che possiamo distinguere tre tipi di spazio: uno fisso, uno semifisso e uno informale.
Il primo fa riferimento a quel tipo di spazio che ha confini fissi, come ad esempio le stanze all’interno degli edifici.
Il secondo fa riferimento a tutto ciò che può essere spostato all’interno di uno spazio fisso, ad esempio sedie, tavoli, soprammobili ecc.
Il terzo, infine, fa riferimento allo spazio intorno alle persone; lo puoi immaginare come una bolla invisibile (di grandezza variabile) che circonda ognuno di noi.
Riguardo agli spazi fissi tieni conto che “giocare in casa”, come si dice, è più semplice che giocare in trasferta, perché “conosci già il campo“.
Per questo motivo, se ad esempio stai preparando una presentazione pubblica o magari un esame universitario, se puoi, prima di fare la tua presentazione o di sostenere l’esame, fai in modo di vedere il luogo in cui si svolgerà il tutto, così da familiarizzare con l’ambiente.
Alle volte questo non è possibile, perciò è importante che alleni comunque la tua capacità di adattarti velocemente agli ambienti nuovi.
Per quanto riguarda gli spazi semifissi ricorda che puoi potenziare l’effetto persuasivo delle tue comunicazioni scegliendo opportunamente la disposizione dei posti in cui fai sedere i tuoi interlocutori.
Prendiamo in considerazione tavoli quadrati (o tondi) e tavoli rettangolari, e le seguenti posizioni: A,B,C,D.
Se hai a disposizione un tavolo quadrato (o tondo) e vuoi avviare una conversazione evita di far sedere il tuo interlocutore in una posizione frontale rispetto alla tua; scegli invece una disposizione come questa: tu in A, lui in D.
Stessa cosa se ricerchi una cooperazione.
Se hai a disposizione un tavolo rettangolare e vuoi avviare una conversazione evita di far sedere il tuo interlocutore accanto a te (tutti e due in posizione A); sedetevi invece uno in A e l’altro in D, oppure, uno in A e l’altro in C.
Se invece cerchi una collaborazione, grossomodo, tutte le posizioni vanno bene, ma quella ideale vede te e il tuo interlocutore seduti uno accanto all’altro, tutti e due in posizione A. Vediamo adesso quali sono le posizioni migliori al bar o al ristorante.
Poiché le cose cambiano se gli interlocutori sono dello stesso sesso oppure no, per una maggiore comprensione immaginiamo quattro ipotetici protagonisti: Piero, Francesca, Mario e Giovanna.
I nostri protagonisti non siedono contemporaneamente tutti e quattro allo stesso tavolo, ci serve solo notare come varia la disposizione dei posti a seconda del sesso dei presenti.
Posizioni ideali al bar: Piero in A e Mario in D; Piero in A e Francesca in D; tutti e due in posizione A (indipendentemente dal sesso) solo in caso di amici intimi.
La disposizione tutti e due in A, anche in caso di mancanza di intimità, va bene solo per Francesca e Giovanna.
Posizioni ideali al ristorante: Piero in A e Mario in C; Francesca in A e Giovanna in C; Piero in A e Francesca in C.
Per Piero e Mario è preferibile evitare di sedersi uno in A e l’altro in D.
Per Piero e Francesca è preferibile evitare di sedersi tutti e due in A.
Questa posizione (tutti e due in A) va bene, indipendentemente dal sesso, se c’è intimità fra gli interlocutori.
Quando hai la possibilità di scegliere la disposizione dei posti, e scegli quella ideale, favorisci la comunicazione fra te e i tuoi interlocutori.
Ricordati di farlo, perché questo aumenterà la probabilità che la comunicazione sia appagante per tutti quanti.
Per quanto riguarda lo spazio informale devi tener presente due aspetti fondamentali: la distanza dal tuo interlocutore e il contatto fisico.
Se non conosci il il tuo interlocutore è bene che quando parli con lui o con lei ti mantenga ad una distanza compresa fra i 120 centimetri e i 3 metri e mezzo.
Se anche lo conosci, ma fra voi non c’è intimità, evita di avvicinarti ulteriormente.
Tieni presente che il gesto di toccare qualcuno è un gesto molto delicato: a seconda del punto nel quale avviene il toccamento e a seconda del sesso di chi fa e di chi riceve l’azione gli effetti possono essere positivi o negativi.
In termini generali nella nostra società valgono le norme seguenti.
E’ considerato accettabile per un uomo essere toccato da un altro uomo sulla mano, sul braccio e sulla spalla.
E’ considerato accettabile per una donna essere toccata da un’altra donna sulle mani, sulle braccia e sulle ginocchia.
E’ considerato accettabile per per una donna essere toccata da un uomo sulle mani e sull’avambraccio.
E’ considerato accettabile per un uomo essere toccato da una donna.
Riguardo agli effetti del contatto fisico ti segnalo la ricerca di Crusco del 1984.
Questa ricerca rilevò che le mance erano state più generose quando, al momento di portare il conto, le cameriere avevano sfiorato leggermente il cliente sulla mano o sull’avambraccio.
Come puoi renderti conto, all’interno di ogni processo comunicativo ci sono molti elementi in gioco, alcuni sono più visibili, altri lo sono di meno, tuttavia, ciascuno di essi ha la sua importanza e contribuisce, insieme a gli altri, a generare il risultato finale delle tue comunicazioni.
Pubblicato il 11/07/2019 - Photo by Suzanne D. Williams on Unsplash
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